Riceviamo e pubblichiamo una testimonianza per “Ho abortito e ve lo dico. Senza colpa e senza vergogna”, la rubrica con le vostre testimonianze sull’interruzione volontaria di gravidanza.
[Illustrazione di Susanna Morari]
Quando avevo 17 anni, esattamente sei anni fa, sono rimasta incinta e ho dovuto fare tutto tramite il consultorio giovani, perché non potevo dirlo ai miei genitori. Oltre a subire numerosi tentativi di convincermi a non farlo da parte degli stessi assistenti sociali e operatori sanitari che lavoravano in quel consultorio (e l’udienza per avere il permesso del giudice), quando ho finalmente avuto il via libera – tra l’altro poco prima che scadesse il tempo, quindi immaginatevi l’ansia – mi hanno indirizzata direttamente alla procedura chirurgica, che oltretutto richiedeva il day hospital, ma dovevo fare tutto di nascosto dalla mia famiglia, quindi sarebbe stato un disastro.
Nessuno mi aveva neanche nominato la RU486.
Sono stata io, a 17 anni e completamente inesperta, a fare mille ricerche per scoprire che un ospedale vicino a casa mia poteva farmi fare la procedura con la RU486, che mi risparmiava il ricovero e la paura di subire un intervento da sola. Sono stata io poi a proporlo al consultorio e mi hanno concesso di farlo dopo altri giorni di estenuante attesa, la mia ansia cresceva perché rischiavo di andare oltre il limite legale e non poter più abortire, un incubo. Sono dovuta stare dietro a talmente tante cose e ho dovuto talmente pregare per poter prendere quella pillola che neanche ho avuto il tempo di riflettere sui miei sentimenti e cosa significasse tutto ciò a cui stavo andando incontro.
Sono riuscita a prendere la RU486 e non me ne sono mai pentita, il giorno della seconda dose sono stata leggermente male ma almeno due ore dopo averla presa ero nel mio letto, al caldo, e non in una stanza di ospedale completamente sola. La consiglierei a chiunque va incontro a un aborto perché permette di gestire il tutto in maniera molto più rassicurante.
Mi spiace che ancora nei consultori sia malvista o non consigliata.
Non ne capisco proprio la ragione.
Quindi grazie di fare luce su questo problema e di portare consapevolezza!
A 17 anni una pagina come la vostra mi avrebbe aiutata tantissimo.
Eh si, è proprio la percezione di solitudine che è deleteria, una rete di supporto può cambiare tutto.