Medicina di genere e consultori

Al congresso regionale dell’Associazione Ginecologi Territoriali – AGITE, abbiamo conosciuto la Dottoressa Luisa Barbaro, ginecologa, oncologa e sessuologa, che ha lavorato per quarant’anni nei consultori di Messina e provincia.

Oltre a parlare del ruolo centrale che dovrebbero assumere i Consultori familiari nella gestione del percorso IVG, in quanto servizi a bassa soglia distribuiti sull’intero territorio nazionale e punto di primo accesso per accedere alle visite gratuite e alla compilazione del certificato per l’IVG – documento necessario per procedere con l’iter – abbiamo anche affrontato il tema della difficoltà, o meglio, dell’impossibilità di accedere all’Interruzione Volontaria di Gravidanza nelle strutture sanitarie di Messina dove l’obiezione di coscienza fa da padrone in tutti gli ospedali.

Durante il suo intervento, la ginecologa ha parlato della “nuova frontiera” della Medicina di genere: “lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso assegnato alla nascita) e socio-economico-culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona” (OMS); e di come essa venga affrontata all’interno dei Consultori familiari.

Il 13 giugno 2019 il Ministro della Salute ha approvato il “Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere sul territorio nazionale”, ma “la sua attuazione richiederà un grandissimo impegno da parte dei professionisti della salute per includere in tutte le aree mediche una nuova “dimensione” basata sulle differenze di sesso e/o genere, non solo in termini biologici e clinici, ma anche culturali e socio-psicologici”, afferma l’Istituto Superiore di Sanità.

A livello mondiale, sulla base di dati epidemiologici, clinici e sperimentali, la comunità scientifica ha dimostrato “l’esistenza di differenze rilevanti nell’insorgenza, nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle malattie comuni a uomini e donne, nonché nella risposta e negli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici” spiega l’ISS. Tenere conto delle differenze serve a garantire ad ogni persona la cura migliore, rispettando le differenze e arrivando a una personalizzazione delle terapie.