Non è un veleno nasce nel 2020 come una campagna informativa promossa e sviluppata da Maghweb -associazione palermitana che si occupa di comunicazione per il sociale, di progettazione e di educativa- e condivisa da tante realtà e persone che da ogni parte d’Italia hanno deciso di sposarne la causa: promulgare una corretta informazione sul tema dell’aborto e cambiarne la narrazione, che troppo spesso colpevolizza chi decide di interrompere una gravidanza.
Dopo due anni di divulgazione scientifica sui temi dell’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG), delle Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST) e della contraccezione, di affissioni murarie, di educativa nelle scuole, di presenza territoriale nella costruzione di un sistema informativo organico e informale sanitario, Non è un veleno diventa anche un luogo fisico: uno sportello di informazione sui diritti sessuali e riproduttivi, con sede a Palermo e una unità mobile per raggiungere le periferie e i paesi.
Maura Gancitano – Tlon
Andrea Colamedici – Tlon
Lorenzo Gasparrini, filosofo
Jennifer Guerra, giornalista
Donata Columbro – Dataninja school
CHEAP – Bologna
Casetta Rossa – Roma
Donne x Diritti
UP – Su la testa
Marta Facchini, giornalista
Valerio Nicolosi, giornalista
Ernesto Melluso, ginecologo
Giuseppe Vitrano, ginecologo
Eugenia Di Grigoli, ginecologa
Valentina Aulico, ostetrica
Alina D’aniello, giornalista
Katia Orlando, Sinistra Comune
Maddalena Marino, psicologa psicoterapeuta
Giulia Siviero, giornalista
Maria Concetta Tringali, avvocata
Fortunata Dini, psicologa psicoterapeuta
Gloria Vitale
Manuela Parrocchia
Greta Cioffi
Iole Carollo
Peppe Tornetta
Simona Scaduto
Michele Vaccaro
Coordinamento Femminista Romagna
UDI Ravenna
UDI Forlì
IPAZIA Libere donne – Cesena
Associazione SOS Donna – centro antiviolenza di Faenza
Casa delle Donne Ravenna
Linea Rosa – Centro anti-violenza Ravenna
Demetra Donne in Aiuto – Lugo
Parità di Genere Forlì
Pride Off Rimini
Associazione Margaret – Rimini
Forlì Città Aperta
Rea Collettivo di Genere Forlì
Pinkabbestia Rimini
Forum delle Donne Forlì
Tavolo Permanente delle Associazioni contro la Violenza sulle Donne – Forlì
Parità di Genere Forlì, collettivo femminista intersezionale
Un secco no, associazione di promozione sociale contro le discriminazioni – Forlì
Donne in Nero Ravenna
Voce Donna Castrocaro Terme – Terra del Sole
Liberə Tuttə
Non una di meno Palermo
Non Una di Meno Rimini
Non Una di Meno Ravenna
Rossella Failla
Francesco Faldetta
Udi Palermo
Cecilia Comastri
RUN UniTo
Obiezione Respinta
Perché "Non è un veleno"
Nel dicembre del 2020 in molte città italiane sono stati affissi dei manifesti con lo slogan: «Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva RU-486, mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo».
Si trattava della campagna di affissione di Pro Vita & Famiglia, Onlus antiabortista e anti-choice, in risposta alle nuove linee guida dell’Agenzia Italiana del Farmaco sull’utilizzo della pillola abortiva RU-486.
Abbiamo ritenuto questa campagna inaccettabile, perché ha diffuso false affermazioni prive di alcun fondamento scientifico.
La RU-486 non è un veleno.
Il vero veleno è la disinformazione.
La pillola abortiva è un farmaco, immesso nella Comunità Europea, e le cui modalità di somministrazione sono regolamentate dall’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, in accordo con la legge 194/78, che disciplina l’IVG.
Il vero veleno è la disinformazione che, facendo leva su paure e vulnerabilità, confonde l’opinione con i fatti.
Malgrado Pro Vita e Famiglia abbia dichiarato, in calce ai manifesti, che l’azione fosse “finalizzata a sviluppare un dibattito plurale e la riflessione critica”, le modalità e il linguaggio hanno molto di dogmatico. L’allusione “Prenderesti mai del veleno?” è violenta e pericolosa, è un’opinione che si fa pubblicità. È una frase che veicola informazioni false, esagerate e tendenziose.
Nello specifico:
– falsa è la notizia che rappresenta la realtà in modo difforme con conseguente alterazione del contenuto dell’informazione che si diffonde;
– esagerata è la notizia che viene deformata nel suo complesso fino a cambiarne radicalmente il contenuto informativo;
– tendenziosa è infine la notizia che contiene un’informazione che non è falsa di per sé, ma che è destinata a produrre un effetto dannoso per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Noi pensiamo che ogni donna che intenda ricorrere volontariamente all’aborto, un diritto legalmente riconosciuto, debba essere tutelata e mai ostacolata.
Per queste ragioni abbiamo deciso di rispondere con la contro-campagna Non è un veleno: per far sì che manifesti del genere non appaiono più nelle nostre città e che ogni donna possa esercitare la propria libertà di scelta senza essere fuorviata da affermazioni scorrette né colpevolizzata per aver esercitato un proprio diritto.
Proprio per questo abbiamo strutturato la contro-campagna in tre diverse azioni: comunicativa, informativa e legale, depositando presso la Procura di Palermo una denuncia contro la Onlus Pro Vita & Famiglia per procurato allarme e per diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico.
“Le parole creano e distruggono spazi e luoghi, edificano e annientano idee e opinioni.
Le parole, quelle dei manifesti di Pro Vita & Famiglia, hanno reso i nostri spazi, luoghi ostili e disinformati. Con le parole e con i fatti, faremo da contraltare alla loro disinformazione, attraverso l’informazione.”
Come siamo cresciut3
Non è un veleno ha generato una rete di realtà, fino ad allora sconosciute tra loro, che è legata da Sud a Nord dalla necessità -registrata su scala nazionale- di diffondere informazioni scientifiche, corrette, verificate e attendibili, a supporto della tutela del diritto all’autodeterminazione sui propri corpi.
Abbiamo creato un archivio di contenuti informativi sul tema dell’aborto e della contraccezione che ha potuto sopperire all’assenza di informazioni sui canali istituzionali, primo tra tutti il sito del Ministero della Salute.
Abbiamo scavato negli archivi storici per ricostruire i momenti cruciali che hanno portato all’approvazione della legge n.194 del 1978, operando, inoltre, una comparazione tra i metodi di informazione odierni e quelli veicolati dai collettivi femministi che, attraverso manifesti informativi o di rivendicazione, prima della 194 davano vita a gruppi di mutuo aiuto, garantendo servizi altrimenti inesistenti. Per la nostra ricerca storica il supporto dell’archivio dell’UDI Palermo è stato imprescindibile: le lotte delle donne che ci hanno preceduto devono essere ricordate per cedere nemmeno di un millimetro sui diritti civili con fatica conquistati.
La continuità delle nostre azioni e la qualità degli approfondimenti ci ha permesso di diventare punto di riferimento per la comunità che si interroga intorno a questi temi. Allo stesso tempo la capacità di rispondere in maniera rapida e puntuale a interrogativi, dubbi e perplessità posti dagli utenti anche in situazioni di emergenza, ha dato vita a uno sportello online di supporto e successivamente a uno sportello fisico.
Siamo state tra le prime sostenitrici di “Libera di abortire”, un’iniziativa promossa da Radicali italiani “aperta a tutte le associazioni e alle persone convinte che la depenalizzazione prevista dalla legge 194/1978 non possa lasciare spazio né all’obiezione di coscienza di intere strutture ospedaliere pubbliche o addirittura di intere regioni […].” Insieme a Libera di abortire, abbiamo portato le 33mila firme raccolte a seguito della diffusione dell’appello a tutela del diritto all’aborto al Ministro della Salute Roberto Speranza.
I primi di dicembre del 2021 siamo state ricevute dalla Segreteria Tecnica del Ministro, che ci ha annunciato l’avviamento di una istruttoria condotta di concerto con le Direzioni di riferimento del Ministero, come la Direzione Nazionale per la prevenzione sanitaria, per individuare con quali modalità realizzare le sette proposte contenute nell’appello della campagna. La Segreteria Tecnica ha mostrato interesse anche per la nostra proposta relativa ai meccanismi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e si è dimostrata disponibile a impegnarsi per fornire finalmente informazioni corrette e puntuali sull’accesso ai servizi di IVG.
Abbiamo preso parte anche ad un’altra iniziativa nazionale promossa da Dati bene comune: un lavoro di rete che ha fatto emergere tutte le lacune e le inadeguatezze dei dati sull’IVG pubblicati dal Ministero della Salute: non sono aperti, machine readable, riutilizzabili, non sono “correnti” e non contengono tutte le informazioni adeguate per comprendere la situazione attuale, agire, proporre, prendere decisioni. Per queste ragioni, insieme a tante organizzazioni e persone, abbiamo inviato una lettera aperta per sollecitare la pubblicazione di open data relativi non solo ai numeri legati all’aborto in Italia, ma anche all’obiezione di coscienza.
Dal 2023 abbiamo messo su strada lo sportello mobile Non è un veleno per raggiungere le periferie di Palermo e i paesi dell’entroterra siciliano, luoghi che hanno limitato accesso a presidi di salute sessuale e riproduttiva, dove è ancora più difficile trattare argomenti percepiti come tabù (contraccezione e diritto all’aborto su tutti). Uno spazio sicuro su quattro ruote: 7 posti + un vano di 3 metri per 2 per abbattere gli stereotipi intorno al sesso, educare al consenso per contrastare la violenza di genere e informare sulle infezioni sessualmente trasmesse, contribuendo a promuovere pratiche sessuali sicure.